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Ultima giornata del mio viaggio pre-ritorno in patria.

La mini torta presa il giorno prima era una vera delizia. Ne avrei presa un’altra, ma avevo gli stick.

A sorpresa, un compagno francese di università stava arrivando ad Aomori perché stava facendo un viaggio simile al mio e avremmo fatto in tempo a pranzare insieme prima che io dovessi prendere il bus per tornare a Sendai.

In attesa del suo arrivo, visto che era anche il suo compleanno, gli ho comprato una mini torta di mele al centro turistico. L’ha apprezzata molto, soprattutto perché avevo preso il tipo di torta più francese.

Evviva, a volte so scegliere bene.

Entrambi affamatissimi, decidemmo di andare a pranzare in un luogo tipico di ogni città di mare: il mercato del pesce.

Lì, però, ricevemmo uno smacco tremendo: i prezzi erano troppo alti, abituati noi ai mercati di Matsushima e Shiogama.

Scegliemmo uno dei piatti più “economici” e ce lo gustammo, mentre ci raccontavano le nostre disavventure del semestre passato nel segno del Covid-19.

Il piatto, del riso con tre tipi di pesce (capesante, tonno e calamaro) era veramente buono, forse anche più buono del pesce mangiato a Shiogama e Matsushima. Capimmo perché Aomori avesse prezzi più alti. Ne valeva la pena eccome.

Finito questo meraviglioso pasto, era tempo di tornare a Sendai, per me, e continuare il giro di Aomori per il mio amico. Presi al volo un dolce (sia mai non volessi passare qualche ora senza toccare cibo zozzo), un caffè e corsi a prendere l’autobus. Ho avuto difficoltà, inizialmente, a trovare il binario, ma una signora della stazione è stata tanto carina ad aiutarmi.

Mi mancherà un sacco l’ospitalità di Hirosaki e Aomori.


Ammetto che, se avessi avuto più giorni liberi, avrei prolungato sia il soggiorno ad Aomori che a Hirosaki, ma il volo per tornare a Roma aveva la priorità assoluta.

Mi sarebbe piaciuto andare in altri posti, come Okinawa (maledetti militari americani che hanno portato il virus), Sapporo o un salto a Kyoto per salutare due care amiche.

Sicuramente questa mancanza sarà un’ottima scusa per tornare in Giappone, come turista, studente o lavoratore.

La domanda, però, è legittima: QUANDO?

Quando sarà il momento adatto, sinceramente. Avrò molte cose da fare, al rientro.

Spero solo che levino il divieto di (re)ingresso nel paese, almeno agli stranieri che hanno la residenza in Giappone. Non è giusto come lo Stato stia trattando questa minoranza.

Abe, cazzo, svegliati. Concentrati su altri problemi, invece che sul pericolo (abbastanza inutile) di stranieri appestati portatori di virus.

Fatte du domande sul perché Tokyo, Osaka e altri posti stiano continuando a vedere un incremento di contagi.

Almeno in Italia lo sappiamo, il motivo dei nostri problemi.

Quello sarà un altro paio di maniche ancora.

Spero di non tornare in tempo per un secondo lockdown. Ho bisogno di vedere i miei amici e la mia famiglia per intero.

Penso di meritarmelo, dopo un semestre infernale come questo, no?

RedNerd Andrea

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