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Terzo giorno. Avevo poco tempo perché prima di pranzo, volevo prendere il treno per Aomori, la seconda città protagonista del mio viaggio.

Dopo un’altra bella colazione salutare e gratuita (l’unica che ho potuto fare durante la mia villeggiatura), lasciai il bagaglio in un coin locker della stazione e mi feci un giro verso la zona più commerciale, visitando un BookOff, un Bic-Camera (l’altro Mediaworld giapponese, insieme a Yodobashi Camera) e una sala giochi SEGA, bella da vedere all’esterno, triste e scarsa all’interno.

La camminata fu lunga e nonostante fosse nuvoloso, presi molto sole.

Arrivai alla stazione e presi il biglietto, scoprendo che il prossimo treno sarebbe passato dopo un’ora.

E vabbè.

Presi un gelato e un caffè freddo e bighellonai in un bar, uscendo una ventina di minuti prima del treno.

Ovviamente avevo molta stanchezza arretrata (l’aver fatto colazione alle 7 non ha aiutato molto…ma l’orario per mangiare era molto presto), quindi mi abbioccai molte volte sul treno, ma mi svegliai molto prima della stazione di Aomori.

Tanto per cambiare, arrivai a destinazione in pieno orario di pranzo.

Aomori è ancora più a nord di Hirosaki. Mi aspettavo un clima più fresco…e invece ho beccato ancora più afa e sole.

Anche questa volta ho potuto pranzare con calma, prima di fare il check in in albergo.

Completate le missioni pranzo e check in, sono subito andato a vedere il primo posto di Aomori: il santuario di Uto.

Bellissimo, immerso nella natura, con tanto di stagno pieno di carpe e tartarughe. Uno dei pesci era enorme, la sua ombra nell’acqua mi ha fatto un po’ paura.

Ne ho approfittato per prendere lo stampo commemorativo del santuario, così da aggiungere Aomori alla mia collezione.

Seconda tappa della giornata: il ponte della baia di Aomori. Dopo venti minuti di camminata sotto il sole (e conseguente abbrustolimento della mia faccia), sono riuscito a trovare un’entrata piena di scale e sono arrivato sul ponte.

La vista sulla baia era mozzafiato, visto che era bel tempo.

Selfie brutti, il ritorno.

Avendo sudato tantissimo, ho fatto la doccia prima di cena, prendendomela con calma.

Me ne pentii appena uscì dall’hotel.

Quasi tutti i ristoranti erano già chiusi.

Non erano nemmeno le 20.

Aomori è piena di vita durante il giorno, ma appena cala la notte diventa fantasma.

Che delusione.

Per fortuna, ho trovato un piccolo ristorante di ramen, quindi la cena me la sono guadagnata, dopo aver fatto mille giri per l’isolato.

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