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La protagonista in "Raya e l'Ultimo Drago"

Con “Raya e l’Ultimo Drago”, ha ufficialmente inizio la mia maratona di film candidati agli Academy Awards 2022.

Riuscirò a vederne un numero discreto prima del 27 marzo?

Spoiler: Non credo.

Però ci provo, come sempre.


Cosa ha di carino “Raya e l’Ultimo Drago”?

Tutto: ambientazioni, storia, grafica, ma soprattutto…un drago puccioso.


Diretto da Don Hall e Carlos Lopez Estrada, “Raya e l’Ultimo Drago” è un film d’animazione in computer grafica, di genere fantasy e avventura.

Il titolo è stato prodotto dalla Walt Disney ed è disponibile sulla piattaforma streaming Disney+.


Raya, alleati improbabili e un drago adorabile

La protagonista del 59° film targato Disney è Raya, una giovane guerriera che intraprende una grande avventura per riportare pace e prosperità nella sua terra, denominata Kumandra.

Ad accompagnarla nella sua quest, principalmente, è Sisu, l’ultimo drago (doppiato in originale dall’attrice e rapper Awkwafina) protettore esistente.

Nel corso del film, si uniranno anche degli alleati, come il giovanissimo capitano-imprenditore Boun; la ancora più giovane Noi, una truffatrice; e Tong, un guerriero pericoloso e potente.

Ovviamente, non mancano i villain: la ricerca di Raya viene continuamente ostacolata da Namaari, una rivale dai tempi dell’infanzia con cui ha in comune il traguardo dell’impresa, ma per altre motivazioni.

Il vero pericolo, tuttavia, è costituito dai Druun, spiriti malvagi che tramutano in pietra chiunque tocchino.


I film con un protagonista forte e sopportabile sono sempre i benvenuti.

Raya è coraggiosa, ottimista, non si perde d’animo.

La sua rivale Namaari non è da meno. Le due hanno molte più cose in comune di quanto vogliano ammettere e creano un legame molto interessante, non sempre presente in un film della Disney.

Anche gli altri personaggi sono simpatici, unici nel loro genere, soprattutto nel caso di una truffatrice poco più che neonata.

Il vero portento del cast, però, è la draghessa Sisu: esilarante, più umana di quanto si potrebbe pensare, crea una serie di serie piacevoli e divertenti, grazie al suo carattere effervescente.

La particolarità di questo gruppo di personaggio, oltre al fatto che tutti provengano da un regno diverso di Kumandra, consiste nelle ragioni dietro i loro atteggiamenti.

Nessuno di loro è cattivo fino in fondo, ma è mosso da intenti comprensibili, che purtroppo cozzano con quelli di Raya.


“Raya e l’Ultimo Drago”: cinque regni e una pietra magica

Questo film sembra più un blockbuster epico fantasy, piuttosto che un film Disney.

Il film comincia con gli eventi precedenti alla trama principale: la terra di Kumandra è stata attaccata dai Druun e solo l’intervento dei draghi protettori impedisce l’estinzione del genere umano, a loro discapito però. Del loro operato rimane solo una pietra magica e le tracce di un solo drago rimasto in vita.

Tutto fa pensare a un periodo di pace, ma gli esseri umani sono stupidi e avidi, quindi cominciano a farsi le guerre tra loro per accaparrarsi la pietra magica dei draghi, finendo per dividersi in cinque regni: Heart/Cuore (quello che custodisce la pietra, e zona natale di Raya), Fang/Zanna (da dove proviene Namaari), Spine/Dorso, Talon/Artiglio e Tail/Coda.

Ulteriori scontri provocano il ritorno dei Druun e il caos, nella ormai ex Kumandra.

Il film racconta principalmente gli eventi successivi: Raya, ormai non più una bambina, si avventura per i cinque regni, al fine di ritrovare tutti i frammenti della pietra dei draghi, evocare Sisu e riportare vita e pace in Kumandra.

Ironicamente parlando, sarà più facile trovare il drago che i frammenti della pietra.

Come in ogni quest fantasy che si rispetti, gli imprevisti sono dietro l’angolo e bisognerà lottare molto, prima di raggiungere l’obiettivo finale.


Questa impostazione particolare mi fa dimenticare di trovarmi di fronte a un film della Disney, visto che non c’è quasi nessun loro cliché: niente principesse e castelli, zero storie d’amore, nemmeno una canzone sotto tortura. Le tragedie, però, ci sono.

Sia mai mettere una trama completamente allegra.

Questo setting particolare è molto bello, ma secondo me non ha funzionato a pieno in un film di un’ora e quaranta. Ci sono alcune parti che sono durate veramente poco, tanto da risultare fatte in fretta.

Secondo me le storie fantasy esprimono il loro meglio solo attraverso opere più lunghe come franchise, serie TV o videogiochi, oltre che i libri, ovviamente.

Il film riesce comunque a emozionare e divertire. La parte finale è un crescendo di pathos e adrenalina.

L’assenza di un vero e proprio villain è interessante. Permette al film di esplorare argomenti diversi dai soliti, anche molto attuali in un periodo delicato come questo mese.

Mi è piaciuta anche la scelta di ambientare il film nelle terre del sud-est asiatico (Thailandia, Vietnam, Cambogia…). Da ignorante in materia, ho avuto la spinta a conoscere meglio argomenti nuovi.


L’estetica è una garanzia

Ultimamente, i film Disney non deludono mai, quando si tratta di grafica.

Le ambientazioni sono molto belle, ogni regno l’ho trovato unico e affascinante, nonostante il poco tempo per vederlo (altro errore).

I personaggi sono belli, dettagliati, colorati. Sisu è troppo carina, immagino come siano andati a ruba i suoi peluche.

La colonna sonora è epica, giustamente. Le musiche sono cariche di avventura e pathos.

io vi consiglio di sentirlo in lingua originale, soprattutto per divertirvi con il doppiaggio di Awkwafina: non lo so, è troppo simpatica.


“Raya e l’Ultimo Drago” è un film piacevole, diverso dal solito che ci viene propinato dalla Disney.

Secondo me, ha molto potenziale inespresso a causa del poco tempo.

Al momento, è candidato agli Academy Awards 2022, nella categoria “Miglior Film d’Animazione”: si trova in gara contro altri due titoli Disney, “Encanto” (probabilmente il favorito) e “Luca” (che devo ancora vedere).

Meriterà più di “Encanto”?

“Raya e l’Ultimo Drago è disponibile qui!

RedNerd Andrea

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