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Mai avrei pensato di rimpiangere così tanto l’afa di Roma, il suo sole cocente, la mancanza di aria, i suoi 4000 gradi all’ombra.

A Roma fa così caldo, d’estate, che anche se esci un secondo dopo esserti fatto la doccia, il tempo di fare i tuoi giri e bisogna già fare un’altra mega doccia.

Di solito, un tempo così lo odio, tanto che preferisco la montagna al mare. Non solo il caldo mi fa sudare peggio di un curry extrapiccante, ma basta stare distratto e mi ustiono ovunque. Ho la pelle esageratamente delicata.

Eppure, in questo momento, l’afa romana mi manca tantissimo.

Perché a Sendai sono giorni che non fa quasi mai capolino nemmeno un piccolo raggio di sole, piove quasi 24 ore su 24 e l’umidità raggiunge livelli assillanti.

Se c’è qualcosa di peggiore del caldo secco, è l’umidità.


Penso di avercela a morte con l’estate giapponese. Infatti, in buona parte dell’arcipelago, l’estate non è proprio un’esperienza piacevole. Il motivo ha un nome: tsuyu.

Buona parte dell’estate nipponica coincide con la “stagione delle piogge” (tsuyu) ed è una delle cose più assillanti e snervanti che io abbia mai passato in Giappone, oltre ai terremoti ricorrenti.

Durante il periodo dello tsuyu, piove quasi tutti i giorni, in quasi tutte le ore. Bisogna pianificare viaggi e picnic all’aperto in maniera molto approssimativa, perché non si sa mai quando ci sarà il rarissimo giorno di sole (anzi, è più corretto dire “giorno in cui è solo nuvoloso, er sole è troppo pigro per uscire una volta sì e dieci no”).

Nonostante le tante ricerche, presentazioni e prove finali da dare prima di tornare a Roma, voglio comunque farmi dei regali, andando in giro fuori Sendai anche solo per mezza giornata.

Peccato che non posso sapere con certezza quando farlo, visto il tempo infame.

Non ci si può nemmeno basare soltanto sul meteo, perché non è affidabile al 100% (anche se ho notato che lo è molto di più, in confronto a quello italiano).

Se non è per gli esami, non si può uscire per la pioggia.

E non si tratta di semplice pioggerellina che puoi goderti anche senza ombrello, pregando comunque di non beccarti una bronchite.

Si tratta di sgrulloni violenti, acquazzoni che riescono a bagnarti completamente anche se hai come alleato un ombrello enorme, perché l’infame gioca con il favore del vento.

Ed ecco che tornare a casa con la spesa diventa una missione di Stato: bisogna salvare il cibo. Non importa se dovrai mettere i tuoi vestiti fradici ad asciugare per mezza giornata, l’importante è non aver speso soldi solo per vedere il tuo pranzo diventare una poltiglia.

Non voglio immaginare quando dovrò portare lo scatolone da spedire in Italia con tutta la roba in eccesso. Altro che “L’antico vaso andava portato in salvo”. Lo proteggerò con tutto il mio corpo.

Dicono però che ad Agosto torna il bel tempo.

Bene. Peccato che io torno in Italia prima della fine del mese.

Farò un viaggio al giorno.


La pioggia è veramente bastarda…ma non è l’unica a rovinare il mood di ogni studente di Sendai.

A Kyoto, almeno, faceva caldo, quindi si poteva andare in giro con maglietta e pantaloni corti.

Sendai, invece, ti mette alla prova fino alla fine con la sua maledetta umidità.

Quasi ogni giorno, il tasso di umidità supera il 90%. Ci sono volte che ho letto addirittura 100% sul meteo.

Che nervoso.

È impossibile prevedere se farà caldo o freddino. Ci sono giorni in cui sudi facilmente e altri in cui ti tocca mettere il pigiama lungo già dal primo pomeriggio.

Io sto ancora uscendo con il giacchetto (leggero, per fortuna) e i pantaloni lunghi.

Sembra di stare già in autunno.

Se non sto attento, rischio di prendermi il raffreddore.

In pieno luglio.

Ma come si può?!


Tanto per non farci mancare niente, l’umidità genera nebbia.

Sono tornato a vivere a Silent Hill, in pratica. Nebbia sin dal primo mattino. A volte, dura un’intera giornata, diventando più fitta verso la sera.

Spero di non incontrare le Infermiere o Pyramid Head, la prossima volta. O, peggio ancora, un orso. Con la nebbia, è più difficile vederlo.


Mai avrei pensato di vivere un’estate così fredda. Nemmeno in Abruzzo mi sono sentito così a disagio con le temperature altalenanti.

Quando sono uscito per andare a comunicare la data della mia partenza dal Giappone, in un ufficio a letteralmente 2 passi dal mio dormitorio, ho sentito freddo. Stavo con un giacchetto leggero lungo e pantaloncini…e ho sentito freddo.

La sera stessa, con tutto che stavo con il pigiama lungo, ho sentito freddo e ho accesso IL RISCALDAMENTO.

La mattina dopo, mentre attendevo il mio turno per l’esame di giapponese, mi sono dovuto mettere una giacchettina sopra la maglietta corta e cambiare i pantaloncini con un paio lunghi perché faceva ancora freddo.

Non è una cosa normale.

Mi manca Roma.


Io pretendo di tornare a Roma e godermi ancora un mesetto di caldo arido.

Mi manca farmi tremila docce al giorno.

Mi manca insultare il Sole.

Mi manca stare con pantaloncini e magliette corte (anche canottiere) 24h su 24.

Meno male che manca solo un mese.

RedNerd Andrea

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