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La copertina di HORRORSTÖR ricorda un catalogo Ikea

A causa dell’università, non sono riuscito a leggere molti libri fino alla laurea. Forse i troppi manuali per gli esami avevano fatto nascere una repulsione nei confronti di ogni libro, non lo so…ma ora che gli studi sono finiti, posso finalmente tornare a leggere per piacere.

Visto che questo è il mese di Halloween, quindi dell’horror, ho deciso di comprare il mio primissimo libro horror (non credo di averne mai letto uno, finora…o così almeno ricordo). Ovviamente non potevo non scegliere un titolo molto particolare: una storia di presenze minacciose ambientata in un negozio simile all’Ikea.

Signori e signori, “Horrorstör”.


Trama: Il negozio di mobili scandinavi Orsk, situato a Cleveland, non sta passando un bel periodo: ogni giorno, gli impiegati trovano la merce danneggiata e non riescono a trovare i responsabili. Anche le vendite non stanno andando come previsto. Stanco di questa situazione, il manager convince due lavoratrici a rimanere con lui anche di notte, così da indagare più approfonditamente. Insieme ad altri due colleghi, il gruppo scoprirà che la situazione è molto più complicata di ogni minima previsione…


Scritto da Grady Hendrix e illustrato da Michael Rogalski, “Horrorstör” è un libro appartenente al genere commedia horror, uscito nel 2014.


I Personaggi

La protagonista della storia è Amy, un’impiegata presso il negozio Orsk, insoddisfatta sia della sua vita che del suo lavoro. La ragazza viene costretta dal manager Basil a effettuare dei controlli “straordinari” insieme a lui e alla collega Ruth Anne.

A essi si uniscono altri due lavoratori, Trinity e Matt.

Amy è una protagonista molto interessante: viene rappresentata, sin dalle prime pagine, come un personaggio tutt’altro che perfetto, sia dal punto di vista caratteriale che da quello lavorativo: non ama il suo lavoro, non ama in particolare lavorare con il manager, non ama le condizioni precarie in cui vive e lavora. La sua è una situazione simile a molti di noi: è costretta a fare un lavoro che non le piace, ma essenziale per sopravvivere.

Il suo percorso, durante tutta la storia, è forte e pieno di colpi di scena e fornisce molto approfondimento riguardo la sua personalità.

Gli altri personaggi non sono così minuziosi come Amy, ma risultano molto interessanti, in quanto diversi tra loro. Il manager Basil parte subito male, ma la gravità della situazione che affronteranno mostrerà molti suoi lati interessanti; Ruth Anne è il classico personaggio materno, apparentemente ingenuo; Trinity la “diversa”, difficile da capire fino in fondo, mentre Matt è il tipico nerd un po’ giullare.

Il fatto che la storia abbia pochi personaggi è positivo, in quanto c’è una raffigurazione più approfondita su di loro (anche se mi sarei aspettato anche di più).

Ci sono dei personaggi minori, quasi tutti stereotipati per una giusta ragione.


La Trama

Il libro inizia con un giorno di lavoro qualunque nel negozio di mobili scandinavi Orsk, una versione più economica di Ikea. Vediamo tutto attraverso il punto di vista di Amy (nonostante non sia raccontato in prima persona) e già con l’atmosfera non si parte bene: Amy non ce la fa più, anzi pensa seriamente di farsi trasferire in un’altra filiale Orsk non troppo lontana da casa sua.

Le disgrazie, però, non vengono mai da sole: il manager Basil la costringe a svolgere, insieme a lui e Ruth Anne, un turno straordinario di notte: a quanto pare, sono diversi giorni che all’apertura, vengono trovati dei mobili gravemente danneggiati. In più, sembra aleggiare qualcosa di strano per il negozio e le vendite sono drasticamente diminuite. Prima che arrivino i supervisori della ditta, Basil preferisce evitare rogne e risolvere la situazione tra quelli più stretti della “famiglia” (dopotutto, Orsk è tutta una grande famiglia!).

Amy non può dire di no: dopotutto sono sempre soldi per pagare l’affitto e forse sarebbe l’ultima volta che le tocca stare in quel negozio, prima del trasferimento.

Ed ecco che i tre, a cui si aggiungono Matt e Trinity, si ritrovano a controllare il negozio…e quello che troveranno non sarà per niente bello.

Sarà una notte terrificante.

Il plot twist horror non è un inno all’originalità: storie di fantasmi e infestazioni si leggono e vedono spesso. Tuttavia, viene tutto gestito bene, con un continuo crescendo di ansia, disgusto e terrore. Nel frattempo, non manca mai l’ironia all’interno della storia, tra dialoghi sarcastici e descrizioni simpatiche del narratore. La parte comica, a volte, “addolcisce” le scene di spavento.

Ho apprezzato molto la presenza di continui colpi di scena, sia nella trama che nello sviluppo dei personaggi.

Da un lato ho apprezzato anche il lasciare in sospeso alcune questioni, dall’altro avrei invece preferito che venisse tutto risolto, ma chi lo sa, potrebbe esserci un seguito, in futuro.

Un elemento di grande pregio è la critica sociale, molto forte soprattutto nell’epilogo: attraverso momenti grotteschi, viene messa in luce la situazione critica all’interno del consumismo e del mondo del lavoro, dove ormai vengono attuati metodi veramente sgradevoli.


La Quota “Orrore”

Come già detto, l’elemento horror si insinua piano piano dall’inizio della storia, prendendo poi sempre più piede e raggiungendo momenti veramente terrificanti.

Essendo un horror incentrato sul sovrannaturale, a me ha messo molta più angoscia, rispetto a una storia slasher: i mostri sono inquietanti e enigmatici e il loro modus operandi, soprattutto dopo aver conosciuto meglio la loro storia, è veramente orrendo.

La violenza è tanta, le creature sono veramente brutali. Usando al meglio la mia immaginazione, nella mente si sono formate scene molto efferate e sanguinolente. Mamma mia.


Come Promettere Bene Già dalla Copertina

L’impaginazione e l’estetica del libro sono stupendi. Ci sono una marea di inserti che contestualizzano la storia e permettono al lettore di immergersi meglio sia nell’ambiente strambo del negozio Orsk che nella storia, con alcune illustrazioni delle scene.

All’interno del libro ci sono documenti che descrivono l’operato di Orsk, tra regolamenti, rapporti di Basil, moduli e pubblicità. Carinissimo.

Questo è solo uno dei tanti documenti.

La copertina del libro ricorda un catalogo del’Ikea, con tanto di nomi scandinavi, prezzi e pagine (che corrispondono a quelle del libro), con l’aggiunta di qualcosa di leggermente inquietante. Complimenti a chi ha avuto l’idea: un libro con una copertina così attira tantissimo.

Io lo comprerei un divano come quello, anche se rosso. Però, prima controllerei se non ci fosse qualcuno nascosto.

Un’altra particolarità del libro è che ogni capitolo viene aperto con una vignetta che introduce un mobile del negozio. Più si va avanti, più i mobili assumono sembianze poco rassicuranti.

So che è molto innocuo, ma col cavolo che spoilero.

Attenzione anche ai loro numeri in serie. Ogni codice mobile ha un trio di numeri molto suggestivi…

Un dettaglio molto arguto…

Concludo con un ultimo apprezzamento, stavolta nei confronti dell’impaginazione. Il testo non è rappresentato su pagina piena, ma su poco più di mezza colonna per pagina. A mio parere, rende la storia più scorrevole, senza creare l’illusione di una storia allungata in maniera strategica. Ogni capitolo non dura tantissimo.


“Horrorstör” è un libro molto simpatico, anche se ti fa passare la voglia di andare all’Ikea durante i momenti bui della giornata. Impaginazione molto carina, critica sociale molto attuale e storia spaventosa: questo libro mi ha conquistato. Ottima scelta, come prima libro horror della mia vita.

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RedNerd Andrea

2 thoughts on “HORRORSTÖR – C’è qualcosa che non va nel reparto Cucine…

  1. Austin Dove ha detto:

    beh a livello di narrazione e impaginazione sembra tenere alta l’attenzione con tutte queste immagini che approfondiscono^^

    1. RedNerd Andrea ha detto:

      Infatti l’ho divorato in pochissimo tempo!

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